Abbiamo già parlato in passato della vitamina D, descrivendo di cosa si tratta e cercando di capirne le funzioni.

Questa volta però volevo soffermarmi un po’ di più sulle conseguenze che potrebbe portare una continua carenza di vitamina D per riuscire a comprendere quanto questo fattore sia fondamentale per il nostro corpo.

Facciamo prima una panoramica breve per rinfrescarci la memoria: sappiamo che la D è una vitamina liposolubile, che non è in grado quindi di sciogliersi in acqua, ma nei grassi si, sappiamo anche che non è importante solo ed esclusivamente per assorbire il calcio, ma è coinvolta in altre numerosissime reazioni del nostro metabolismo, come ad esempio la regolazione di molti geni e il rafforzamento del sistema immunitario.

 

La vera importanza di questa vitamina

Per molto tempo è stato un argomento che è rimasto in sordina, negli ultimi decenni invece sono stati svolti molti studi da parte della comunità scientifica, la quale è arrivata alla conclusione che la vitamina D risulta essere uno dei fattori più importanti per la nostra salute, se non il primo in assoluto.

lab1Il mondo scientifico ha spostato la sua attenzione sulla ricerca delle azioni e degli usi terapeutici di questo nutriente, ci sono infatti studi che dimostrano quanto alti livelli nel sangue di questa vitamina siano associati a:

Una ridotta incidenza dei tumori alla prostata per l’uomo e al seno per la donna;
Una diminuzione per quanto riguarda il cancro al colon;
Una diminuita incidenza dei casi di diabete sia negli adulti che nei bambini;
La diminuzione dei casi di ipertensione e di malattie cardiovascolari ad essa associate;
Ad una minor incidenza di malattie autoimmuni come la sclerosi multipla (i dati parlano di una riduzione del rischio del 45% in caso di un aumento di vitamina D pari a 20ng/ml;
Un miglioramento dei problemi di pelle, come psoriasi e dermatiti;
Una corretta proliferazione dei globuli bianchi che rappresentano una grossa parte delle nostre difese immunitarie.

Questo può dare un’idea di quale sia l’enorme contributo che dà la vitamina D per preservare il nostro benessere.

 

La vitamina D e i nostri geni

Abbiamo detto poco fa che la vitamina D è implicata nella regolazione di numerosi geni, sono Digital illustration DNA structure in colour backgroundall’incirca 3000.
Cosa intendiamo per “regolazione genica”? E perché è così importante?

Cerchiamo di dirlo nel modo più semplice possibile: questi geni hanno dei recettori specifici per la vitamina D; quando questa si lega ad essi, ricevono il giusto segnale per attivarsi o per spegnersi in modo da adempiere alla propria specifica funzione.

Potete quindi immaginare quanto questi segnali siano importanti per permettere ai geni di svolgere tutti i loro compiti e quanto possa influire una grave carenza di vitamina D in questo processo di regolazione; è un po’ come se in una “reazione a catena” mancasse l’input di inizio, tutto quello che segue si bloccherebbe.

 

Un’arma di difesa

Con lo stesso processo descritto poco fa, la vitamina D è implicata anche nell’attivazione dei globuli bianchi.
Stiamo parlando quindi di quel tipo di cellule che nel nostro organismo svolge il compito disist immunitario1 difenderci dai batteri e dai virus. Quando infatti il nostro corpo entra in contatto con questi microorganismi patogeni, vengono reclutati i globuli bianchi, in particolar modo i cosiddetti Linfociti T, per combatterli.

Come in ogni guerra e combattimento, vengono reclutate le “truppe” specifiche a seconda del tipo di “invasori” con cui devono scontrarsi; nel nostro caso le truppe sono cellule, i linfociti T appunto, programmate per combattere un particolare tipo di virus o batterio, l’invasore.

Essendo una lotta ben specifica ogni 100.000 cellule T, solo una fra queste sarà adatta per contrastare il fattore patogeno. Queste cellule hanno bisogno di moltiplicarsi molto velocemente per non permettere al “nemico” di fare danni.

Per essere in grado di attivare queste cellule T e permettere che agiscano, servono alti livelli di vitamina D. Quest’ultima quindi rende la risposta immunitaria efficiente e repentina.

 

Che conclusioni possiamo trarre?

Ripetendo un po’ le nozioni basilari in modo da fissarle come concetti veramente importanti, vi ricordo che la vitamina D, tra i vari micronutrienti, risulta essere l’elemento più importante perché permette il riassorbimento del calcio a livello intestinale e di avere un buon sistema di difesa. Inoltre è essenziale per la regolazione generale di tantissime reazioni che avvengono nel nostro corpo.

Close up of a glass nugget letterQuindi è auspicabile avere dei buoni livelli di vitamina D per aiutare il metabolismo a funzionare ottimamente. Il consiglio è di tenerli sotto controllo e nel caso in cui fossero troppo bassi (potete trovare i livelli ottimali nel primo articolo sulla vitamina D) rivolgersi al proprio medico di base per poterla integrare.

Da un punto di vista alimentare, gli alimenti in cui è più presente sono: il fegato, gli oli di pesce e alcuni pesci marini come aringhe, salmone, aringhe; in quantità più ridotte la troviamo anche nelle uova, nel latte e nel burro.

Ricordo alla fine che il metodo più diretto per l’assimilazione della vitamina D è l’esposizione solare, poiché i raggi solari ne permettono l’attivazione.